Con la definitiva chiusura delle strutture manicomiali si è riproposto con estrema urgenza il problema della salvaguardia del patrimonio documentario di tali istituzioni. Per questo motivo la Direzione Generale per gli Archivi ha elaborato il progetto a carattere nazionale denominato “Carte da legare” che prevede il censimento, il riordinamento e la valorizzazione dei documenti, soprattutto sanitari, conservati negli archivi degli ex ospedali psichiatrici. Il progetto è finalizzato alla creazione, attraverso interventi metodologicamente omogenei su tutto il territorio italiano, di un sistema informativo impostato secondo criteri comuni, elaborati anche tenendo conto della normativa in materia di tutela dei dati personali.
Il progetto prevede il recupero, il riordinamento e l’inventariazione dell’archivio fino alla chiusura dell’ospedale e la creazione di una banca dati delle cartelle cliniche attraverso la rilevazione dei dati anagrafici, socioeconomici e sanitari. Per la costituzione della banca dati delle cartelle cliniche è stato elaborato e realizzato un apposito software denominato “Arcanamente”. Il progetto nazionale ha finora interessato tutti gli ex ospedali psichiatrici per quanto riguarda le informazioni sommarie sulla storia dell’istituzione, sul fondo archivistico e sull’ente che lo conserva (dati chiamati tecnicamente “da censimento”), nonché il riordinamento e l’inventariazione degli archivi amministrativi di alcune istituzioni. La schedatura informatizzata delle cartelle cliniche ha finora interessato solo alcuni istituti: ospedali di Roma (S. Maria della Pietà – progetto pilota), Napoli, Perugia, Bologna, Venezia, Rovigo, Bisceglie, Racconigi.
Per saperne di più vai alla pagina del progetto “Carte da legare” sul sito della Direzione Generale degli Archivi e nel sistema SIUSA.
In Piemonte
La Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta nell’anno 2002 ottenne dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri un finanziamento sui fondi a diretta gestione statale dell’Otto per Mille, finalizzato alla realizzazione del progetto di recupero e valorizzazione dell’archivio dell’Ospedale neuropsichiatrico per la provincia di Cuneo, conservato presso la sede dell’Azienda Sanitaria Locale Cuneo 1 (A.S.L. CN1) in Racconigi. L’archivio dell’Ospedale neuropsichiatrico di Racconigi copre un arco cronologico di oltre cento anni: dal 1871 agli anni Ottanta del Novecento. L’archivio è costituito da documenti di carattere sia sanitario sia amministrativo, accumulatisi presso la sede dell’Azienda sanitaria locale, ente che ereditò dalla Provincia di Cuneo le funzioni di assistenza sanitaria nei confronti delle persone colpite dal disagio mentale.
Il progetto si è articolato in tre fasi: il riordino e l’inventariazione dell’archivio amministrativo, la schedatura informatizzata delle cartelle cliniche; la pubblicazione di un volume sull’archivio. L’archivio amministrativo, pari a circa 100 metri lineari di sviluppo, è ricchissimo di informazioni sulla gestione e sulla vita quotidiana che si svolgeva all’interno dell’ospedale, dall’attività sanitaria a quella ricreativa (esistevano un teatro, un cinema, dei campi da bocce, un campo da calcio), a quella lavorativa dei pazienti , meglio conosciuta come “ergoterapia” nei vari laboratori (panetteria, calzoleria, lavanderia ecc.) e attraverso la coltivazione dei campi. Statuti, regolamenti, deliberazioni della direzione, contabilità, forniture di beni vari, relazioni di medici e infermieri, registri dei movimenti dei malati ecc. testimoniano il fermento di attività di una grande struttura che costituiva quasi una “città nella città”. Il riordino e l’inventariazione sono l’esito di un pesante lavoro di recupero innanzitutto fisico del materiale documentario, abbandonato a se stesso per vent’anni e oggetto di ripetuti atti vandalici.
L’archivio più specificamente sanitario invece, costituito dalle cartelle cliniche dei pazienti, è stato oggetto di una approfondita schedatura informatizzata, attraverso l’utilizzo del software “Arcanamente”. È stata dunque formata una corposa banca dati relativa a 52.600 ricoveri tra il 1871 e il 1985. In essa sono stati rilevati tutti i dati anagrafici dei pazienti (numero di matricola, cognome, nome, patronimico, sesso, luogo di nascita, data di nascita o età, luogo di domicilio, professione, stato civile) e le informazioni principali relative al ricovero – la stessa persona può averne avuto più di uno – (data di entrata, autorità disponente il ricovero provvisorio, diagnosi di entrata, data di uscita, diagnosi di uscita, data di morte, causa di morte, eventuale presenza di perizie psichiatriche e di lettere scritte dagli internati). I dati statistici relativi ai singoli archivi clinici sono liberamente consultabili, mentre le vere e proprie banche dati saranno accessibili solo agli studiosi accreditati, nel rispetto delle vigenti norme in materia di tutela della privacy.
Il riordino dell’archivio sanitario e amministrativo ha inoltre innescato un ciclo virtuoso, consentendo a diversi studiosi di approfondire le loro ricerche basandosi su fonti sicure, accessibili e inventariate; si è così creata una sinergia tra archivisti e storici che ha portato alla pubblicazione (con la casa editrice Hapax) di un volume contenente l’inventario dell’archivio affiancato da diversi saggi, alcuni più di taglio archivistico altri di carattere storiografico. Il volume è rivolto ad un pubblico di non specialisti; ha una veste grafica di alta qualità e propone degli approfondimenti inediti sulla storia di questo manicomio, portando un ulteriore contributo alla conoscenza delle istituzioni manicomiali in Italia.