Terremoti, frane, crolli di edifici o contaminazione con agenti biochimici posso interessare anche aree o locali in cui sono conservati archivi e quindi coinvolgere la documentazione.
In questi casi è opportuno seguire la normale procedura d’emergenza, facendo intervenire immediatamente gli organi e i corpi preposti alla sicurezza delle persone e delle strutture (Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Carabinieri, Polizia…) e avvertendo, con uguale sollecitudine, la Soprintendenza Archivistica.
Nella maggior parte dei casi il materiale archivistico sepolto da un crollo o da una frana subisce danni parziali ed è pertanto recuperabile con un intervento sollecito, volto a evitare che la documentazione rimanga a lungo tra le macerie, esposta agli agenti atmosferici, ai parassiti o a sostanze contaminanti.
Le operazioni di recupero devono tuttavia essere eseguite da personale specializzato, con attrezzature che garantiscano la sicurezza degli operatori e con procedure archivisticamente corrette, che salvaguardino il più possibile l’originaria collocazione del materiale, preservando nel contempo i contenitori e le segnature originarie.
Anche gli archivi contaminati da agenti patogeni e biochimici (veleni, amianto) possono essere recuperati con opportuni procedimenti di bonifica. Se l’intervento non può essere eseguito immediatamente, il materiale può comunque essere temporaneamente stoccato in appositi locali e in contenitori di sicurezza.